di e con Giorgio Scaramuzzino
SENZA SPONDA
Storie di uomini e migranti
Perchè proporre oggi uno spettacolo sull’immigrazione? La risposta potrebbe essere scontata e banale: è un problema di attualità, tutti ne parlano, è anche un po’ di moda. Il problema dell’immigrazione forse non è un problema dal momento che i popoli si spostano da un punto all’altro del pianeta da quando hanno scoperto di possedere uno strumento meraviglioso: i piedi. Da quel tempo gli uomini migrano, in massa o in piccoli gruppi, volontariamente o costretti da una situazione particolare. Non П questo allora il motivo. Forse la motivazione vera, che ci ha spinto ad affrontare questo argomento, è la memoria. Ci sembra l’aspetto più urgente che oggi va affrontato. Perdiamo la memoria di quello che siamo stati, perdiamo la memoria di quello che hanno subito i nostri nonni. Ci dicono che è in fondo naturale avere paura del diverso e di chi non si conosce, e che questa paura è anche benefica, ma oggi stiamo rischiando di trasformarla in un vero e proprio razzismo diffuso. Questo è il problema. Stiamo vivendo un periodo storico dove il diverso alimenta una reazione bestiale che è latente in pochi, ma che può condizionare molti. Ed ecco perciò farsi strada in tutto il mondo cosiddetto “avanzato” tutte quelle sottoculture razziste e fasciste che predicano la difesa di valori e tradizioni per lo più false e inesistenti. L’altro problema è di conseguenza l’ignoranza.
Spesso voluta, nel senso che molti non vogliono sapere (non c’è tempo!). Così ci accontentiamo di ciò che appare e non di ciò che realmente sta dietro a un fenomeno così naturale come quello della migrazione. Ci accontentiamo cioè delle soluzioni più semplici; è decisamente più facile alzare un muro che creare una corsia umanitaria. E’ più semplice dire un no che aprire un dialogo di conoscenza. In questo contesto il giovane assorbe inevitabilmente ciò che è in superficie, quello che noi chiamiamo il luogo comune. Per i ragazzi, e non solo, il falso diventa verità, una verità semplice e comprensibile senza sforzi. Il teatro forse può favorire la ricerca di un tempo per una riflessione attenta e oggettiva. L’aspetto importante è che almeno in teatro si ricerchi in ogni modo la verità.
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